Nell’articolo qui di seguito scopriremo come muoversi e comportarsi nell’ambito di una materia complessa, qual è quella del fido di fatto (ossia l’apertura di credito senza un contratto scritto a fondamento della stessa) e della nullità di protezione nelle cause di accertamento negativo del credito.

Indice

  1. Introduzione al Fido di Fatto e alla Nullità di Protezione.
  2. Cosa Intendiamo per Fido di Fatto? (Keyword nel H2).
  3. La Nullità di Protezione nelle Cause di Accertamento Negativo del Credito.
  4. Implicazioni Legali e Finanziarie.
  5. Strategie di Difesa per Imprese e Privati.
  6. Come Evitare le Insidie del Fido di Fatto.

INTRODUZIONE AL FIDO DI FATTO E ALLA NULLITÀ DI PROTEZIONE

Il fido di fatto e la nullità di protezione nelle cause di accertamento negativo del credito rappresentano concetti cruciali nell’ambito del diritto bancario e finanziario, influenzando significativamente la gestione dei rapporti creditizi tra banche e clienti. Questo articolo si propone di esplorare le dinamiche, le implicazioni legali e le strategie per navigare efficacemente queste complesse situazioni.

COSA SI INTENDE PER FIDO DI FATTO

In un panorama finanziario sempre più complesso e sfidante, le società che hanno in essere rapporti di apertura di credito con le banche si trovano spesso a navigare acque turbolente, specialmente quando emergono richieste di rientro.

Il concetto di “fido di fatto” diventa quindi essenziale da comprendere per ogni imprenditore e manager finanziario al fine di salvaguardare gli interessi dell’azienda.

COS’È?

Il fido di fatto si manifesta quando una banca consente al cliente di operare in rosso sul proprio conto corrente, senza che vi sia una formalizzazione esplicita di tale facoltà attraverso un contratto scritto. Questa pratica, sebbene possa sembrare un semplice gesto di flessibilità bancaria, racchiude in sé una serie di implicazioni legali e finanziarie che necessitano di un’attenta valutazione.

Per le società, comprendere la natura e le potenziali conseguenze di un fido di fatto è fondamentale per navigare con sicurezza le richieste di rientro avanzate dalla banca, evitando così di incorrere in situazioni che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria dell’azienda.

LA NULLITÀ DI PROTEZIONE NELLE CAUSE DI ACCERTAMENTO NEGATIVO DEL CREDITO.

Una delle situazioni più delicate in questo ambito riguarda la “nullità di protezione” nelle cause di accertamento negativo del credito, un tema che richiede una comprensione approfondita e un’attenta navigazione legale.

Come funziona?

La nullità di protezione si verifica quando le garanzie o le protezioni normalmente previste a favore del debitore in casi di accertamento negativo del credito risultano inefficaci o inapplicabili.

Questo può accadere per vari motivi, tra cui la mancanza di formalità nella concessione del credito o l’esistenza di vizi nei contratti sottostanti che possono rendere tali protezioni non opponibili nei confronti della banca.

Cosa significa?

La nullità di protezione, secondo quanto sancito dalla Corte di Cassazione, è volta a “reintegrazione di una preesistente condizione di squilibrio strutturale che permea le fattispecie contrattuali”; essa, dunque, tende ad un “riequilibrio contrattuale” ed ad “evitare che l’esercizio dell’azione in sede giurisdizionale possa produrre effetti distorsivi ed estranei alla ratio riequilibratrice in funzione della quale lo strumento di tutela è stato introdotto”.

In buona sostanza significa applicare uno strumento di tutela, proteggendo il soggetto parte debole del rapporto contrattuale.

Cosa succede per le Società?

Per le società che si trovano a dover gestire richieste di rientro, la nullità di protezione può rappresentare un rischio significativo.

L’assenza di tutele efficaci aumenta la vulnerabilità dell’azienda di fronte alle azioni intraprese dalla banca per recuperare il credito, mettendo potenzialmente in pericolo la continuità operativa dell’impresa.

Implicazioni Legali del Fido di Fatto

Dal punto di vista legale, il fido di fatto solleva questioni relative alla sua “opponibilità” nei confronti della banca, soprattutto in contesti di accertamento negativo del credito. Le società devono essere consapevoli che, in assenza di un accordo formale, potrebbero trovarsi in una posizione svantaggiata nel contesto di una disputa legale con l’istituto di credito.

Vediamo di seguito quali sono le Implicazioni Legali:

  1. Assenza di Formalità Contrattuale: La mancanza di un contratto scritto che documenti i termini del fido accordato lascia spazio a interpretazioni e contestazioni legali, in particolare riguardo l’ammontare del debito riconosciuto e le condizioni di rientro.
  2. Rischio di Riconoscimento del Debito: In caso di dispute, le società potrebbero trovarsi svantaggiate nel dimostrare i termini del fido di fatto, portando potenzialmente al riconoscimento di debiti maggiori di quelli previsti.
  3. Impatto su Accordi e Garanzie Esistenti: Le operazioni effettuate sotto un fido di fatto possono influenzare la validità o l’esecuzione di garanzie o accordi preesistenti con la banca o con terzi, con conseguenze legali e finanziarie significative.

STRATEGIE DI DIFESA PER IMPRESE

Al fine di avere piena tutela e conoscere quali siano le condizioni effettivamente applicate al proprio rapporto bancario è fondamentale, pertanto, munirsi di documentazione contrattuale, chiedendone copia alla banca.

Pertanto:

  1. Documentazione e Comunicazione: È essenziale mantenere una documentazione dettagliata di tutte le comunicazioni e le operazioni bancarie, comprese quelle che potrebbero essere interpretate come fido di fatto. Questo aiuterà a stabilire la natura e l’estensione del fido in eventuali negoziati o procedimenti legali.
  2. Negoziazione Proattiva: Al primo segno di potenziali controversie o richieste di rientro, le società dovrebbero avviare negoziazioni con la banca per chiarire la posizione del fido di fatto e cercare di raggiungere un accordo formalizzato che protegga gli interessi di entrambe le parti.

Ma tutto questo da solo può non bastare, poiché il punto focale è proprio legato al fatto che in molti casi sono le stesse banche a non fornire copia del contratto, o perché non ne esiste copia, oppure perché la stessa è stata smarrita.

COSA FARE IN QUESTI CASI?

In ambito di contenzioso legale, o per meglio dire prima che lo stesso insorga, è regola irrinunciabile per la società correntista che voglia difendersi in giudizio dare evidenza della mancanza di un contratto scritto, facendo bene attenzione a chiederne preventivamente copia alla banca, dimostrando, quindi, di essersi attivato per farsi consegnare copia della scheda contrattuale.

In tale ultimo caso, l’inerzia dell’Istituto di Credito non farà altro che confermare l’assenza di pattuizione scritta delle condizioni contrattuali.

COME EVITARE LE INSIDIE DEL FIDO DI FATTO

Assurge come elemento necessario la richiesta documentale (preferibilmente prima di introdurre il giudizio, visti anche alcuni orientamenti dei Tribunali, non del tutto uniformi in tal senso).

Ciò in quanto, nell’ipotetico giudizio, qualora la banca (non depositi la scheda contrattuale e) non vince l’eccezione di inesistenza, scatterà la nullità di protezione (in favore del correntista) per il fido di cui si sia stata dimostrata la concessione di fatto (con conseguente nullità di tutte le condizioni economiche sulle quali la banca ha guadagnato nel corso della durata del rapporto contrattuale).

È indubbia conseguenza che sia la prova del fido che del limite accordato (il tetto massimo concesso e/o utilizzato da parte della società correntista), avranno un ruolo fondamentale nelle cause civile improntate alla restituzione delle somme da parte della società correntista.

In conclusione, si può certamente dire che Il fido di fatto, pur essendo una pratica bancaria comune, comporta significative implicazioni legali che le società devono attentamente considerare. La consapevolezza dei rischi e l’adozione di misure preventive possono fare la differenza nel proteggere la stabilità finanziaria e legale dell’azienda.

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